Di questa pianta esiste una sola specie, con molte varieta'.
Per varieta' si intendono prevalenze naturali di alcuni geni rispetto ad altri che determinano l'aspetto ed il ritmo di crescita della pianta.
Acchiappamosche di Venere, Venus Fly Trap (VFT) in inglese.
Storia ed Etimologia
La Dionaea muscipula fu la prima specie di piante carnivore ad attirare l'attenzione dei botanici. Venne menzionata per la prima volta nel 1759 dal governatore della Carolina del Nord, A. Dobbs, attraverso una lettera indirizzata al naturalista Collinson. In Inghilterra J. Ellis descrisse la pianta e la nomino' Dionaea muscipula nel 1768. In un primo momento venne classificata come pianta sensitiva dal botanico Carlo Linneo poi, a seguito di alcuni studi condotti da Ellis, venne definita come "atta a cacciarsi il cibo". La vera dimostrazione della sua natura carnivora si ebbe pero' soltanto in seguito ai lunghi e accurati studi che Charles Darwin dedico' a questo genere di piante.
Probabilmente il nome Dionaea, che si riferisce a Dione, la madre di Venere, e significa propriamente "colei che e' nata da Dione", cioe' Venere, deve venir inteso nel senso antichissimo che una preda viene attratta da un aspetto piacevole, ma, una volta catturata, e' soggetta ad una misera fine (De Wit H. C. D., 1964).
Distribuzione e Biotopo
Si trova unicamente nell'America del Nord, nella zona degli stati della Carolina del Nord e del Sud. L'area di distribuzione di questa pianta si estende dalla cittý di Greenwille a Nord Est, fino a Georgetown a Sud e in un raggio da 30 a 100 km ad Est e a Ovest di quest'asse.
Vive e si sviluppa al sole sulle praterie umide e sabbiose, che hanno un tenore molto debole di materia organica.
In esate la pianta prospera a 28ƒC, mentre in inverno puo' sopportare temperature minime di -23ƒC.
La pluviometria della zona si aggira intorno ai 128 cm all'anno.
Altri vegetali che crescono in biotopi con le stesse caratteristiche sono Pinus e i generi carnivori Drosera, Pinguicola e Sarracenia.
Descrizione
E' una piccola pianta erbacea, perenne, terrestre, con foglie distribuite a rosetta. Solitamente le sue dimensioni sono di 10-15 cm sia di diametro che di altezza. Puo' raggiungere i 30 cm di diametro e i 20-25 cm di altezza.
E' un vegetale provvisto di rizoma, formato dalla base delle foglie sovrapposte. Le radici sono sottili e lunghe anche oltre 20 cm.
Le trappole sono costituite dalle foglie bilobate che misurano solitamente 3 cm. Sono supportate dai lunghi piccioli carnosi ed alati. Queste sono piatte, sottili e colorate di rosso e producono un fluido zuccherino solo in corrispondenza della loro zona marginale, di colore verde. Fanno questo per attirare gli insetti . Al centro di ognuno dei due lobi ci sono da uno a quattro, ma solitamente tre, peli-grilletto che, se stimolati, fanno scattare la foglia che si chiude come una mandibola costituendo una sorta di prigione per i piccoli animali catturati. Infatti la foglia presenta alle estremita' delle ciglia rigide che, sovrapponendosi quando la trappola e' chiusa, bloccano ogni via di uscita. E' interessante notare che i peli devono essere stimolati due volte entro circa 40 secondi perche' la trappola scatti. Questo accade anche se ad essere stimolati siano, nello stesso tempo, due peli diversi sulla stessa foglia.
Le prede sono soprattutto insetti: Ditteri, Imenotteri, Lepidotteri, ma anche molluschi e piccoli anfibi.
I fiori sono supportati da un alto stelo fiorale, cosi' da preservare gli insetti che effettuano l'impollinazione dalle trappole che si trovano piu' in basso. Lo stelo puo' superare i 20 cm di altezza ma solitamente si aggira intorno ai 15 cm. I fiori, ermafroditi, hanno 5 petali e sono di colore bianco. Il loro numero e' variabile, da uno a quindici, sbocciano in giugno. La pianta e' sessualmente matura quando raggiunge i quattro o cinque anni di eta'.
Coltura
CONTENITORE: E' preferibile usare vasi in plastica di 20 cm di profondita' e altrettanto di larghezza, forati sul fondo.
SUBSTRATO: Ne esistono di diversi ma forse il migliore e' quello formato dal 70 per cento di torba bionda acida di muschio di sfagno (Moss Peat) e il 30 per cento di sabbia di quarzo rosa a taglio fine (comunque assolutamente sabbia non calcarea).
TEMPERATURA: La temperatura ideale e' attorno ai 23-27 gradi C in estate e 5 in inverno. Sopporta temperature anche oltre i 40 gradi senza problemi e puo' tollerare i -20 gradi C. Si puo' benissimo tenere all'aperto durante tutto l'anno se la salute lo permette.
LUMINOSITA': Ama il sole diretto in qualsiasi stagione: la fortifica e la colora.
INNAFFIATURA: Si effettua esclusivamente con acqua piovana o distillata. Da giugno a meta' settembre la base del vaso deve essere costantemente immersa in 1-2 cm d'acqua. Per il resto dell'anno la terra non deve essere inzuppata. In questo periodo va mantenuta leggermente umida bagnando da sopra, altrimenti il rizoma puo' andar incontro a marcescenza. Quindi in questa stagione il sottovaso puo' essere tolto.
IGROMETRIA: Del 60-80 per cento. Essa si ottiene con un semplice sottovaso sempre pieno d'acqua.
SITUAZIONE: E' preferibile ospitarla in serre o verande temperate, ma si presta bene anche alla coltivazione in vaso . In appartamento e' consigliabile posizionare la pianta esclusivamente ad una finestra orientata verso Sud od Ovest. E' importante farle sentire il cambio di stagione per favorirne il riposo ed un miglior sviluppo in primavera. Se non puo' venir ospitata all'esterno, in inverno si consiglia di mantenerla ad una temperatura inferiore ai 15 gradi. In questa stagione la pianta va in dormienza. Piu' sente il freddo e quindi piu' si riposa, piu' prosperera' in estate. E' normale durante il periodo di dormienza notare un rinsecchimento costante.
MOLTIPLICAZIONE: Per semi, talea di foglie e di rizoma.
PARASSITI E MALATTIE: Spesso gli afidi nidificano nel cuore della rosetta di foglie e provocano delle malformazioni sulle trappole. Polverizzare un insetticida a base di Rotenone.
Per curare bene una Dionaea (riepilogo)
Appena si acquista una pianta e' consigliabile farle passare un piccolo periodo di ambientazione (1 o 2 settimane). Subito dopo questo lasso di tempo rinvasare in un nuovo substrato composto, generalmente, da 3 parti di torba bionda acida di muschio di sfagno ed 1 parte di sabbia silicea (quarzo fine da acquario) lavata.
Attenzione: occorre rinvasare questa pianta carnivora tutti gli anni (in primavera). Le piante a cui si tiene di piu' si possono rinvasare due volte all'anno (in primavera e in autunno). In primavera occorre cambiare completamente la torba . D'autunno piu' che cambiare tutta la torba si puo' tenerne da parte di vecchia, per mescolarla con della torba piu' asciutta. Tagliare tutte le foglie nere e procedere con il rinvaso.
In primavera si possono tagliare le radici nere e tutte le foglie. Lavare bene in acqua distillata e usare torba la piu' chiara possibile. Non si consiglia di lasciare lo stesso substrato per piu' di un anno.
La stagione piu' favorevole per il rinvaso e' la primavera o al massimo la tarda estate. Infatti la pianta deve essere completamente sveglia, cioe'deve iniziare a produrre molte foglie grandi e piccioli molto piu' lunghi di quelli prodotti nella stagione precedente, altrimenti si rischia di perderla. Si procede in questa maniera:
Prendere un vaso profondo almeno 15 cm, per piante adulte 20 cm.
Mettere alcune manciate della torba che si vuole utilizzare per il rinvaso in un secchio contenente 2-3 litri di acqua demineralizzata. Rimestare la torba per bene, strizzandola sott'acqua e impastandola per idratarla. Lasciarla poi a riposo per qualche ora. Quando sembra bella fradicia, prenderne delle manciate e mescolarla con la sabbia di quarzo (tenendo presente le proporzioni di 3 a 1).
Disporla nel vaso sgretolandola con le mani. E' importante che non sia pressata per favorire una maggior areazione delle radici.
Mettere la torba in maniera da formare un monticello che esca dal vaso, e non, al contrario in modo da formare una depressione. Questo non favorira' lo sviluppo di funghi e muffe.
Dare una leggera compattata con il palmo della mano per appiattirne un po' la superficie.
Con un dito scavare il buco che conterra' la pianta, alla quale si puliranno le radici dalla terra vecchia mettendola in una bacinella con dell'acqua. Controllare che non ci siano parassiti.
Appoggiare la pianta sulla torba e coprire le radici, affossandola leggermente.
Successivamente bagnare abbondantemente sempre con acqua distillata.
La Dionaea esige il massimo della luce. Quindi anche se si possiedono lampade speciali per terrario, e' bene esporla il piu' possibile ai raggi solari. In estate bisogna far attenzione che l'acqua sia sempre presente nel sottovaso. In inverno la pianta va in dormienza, la si lascia all'esterno e si toglie il sottovaso con l'acqua. Bagnare da sopra di tanto in tanto. Non importa che la luce sia diretta e forte. E' normale notare un rinsecchimento costante in questa stagione. In primavera si riparte con il sole forte e l'acqua abbondante.
E' importante creare e mantenere un ambiente acido. Non utilizzare assolutamente calcare: esso infatti alzerebbe troppo il pH, provocando la veloce marcescenza della torba (causata da batteri decompositori che prosperano in ambienti non troppo acidi). E' per lo stesso motivo che si utilizza l'acqua piovana o demineralizzata.
Si puo' sapere il pH e lo stato di decomposizione della torba in una maniera molto semplice e poco dispendiosa: si infila uno spiedino di legno in ogni vaso fino a toccare il fondo. Lo si lascia li' sempre, anche per mesi. Quando si vuole sapere lo stato della torba, si sfila il bacchetto. Poi lo si annusa. Se odora di torba fresca e' tutto a posto, se puzza di marcio no. Poi lo si pulisce bene con uno straccio. Se e' giallo chiaro, color legno, e' tutto a posto. Se tende al bluastro significa che la torba sta marcendo e la pianta di conseguenza sta molto male. Funziona perche' i batteri che eventualmente fanno marcire la torba fanno anche marcire il legnetto. E il legno quando marcisce diventa scuro, bluastro o biancastro, puzza, e si sfalda facilmente.
Per mantenere il pH molto basso si consiglia di abbeverare la pianta con acqua distillata o piovana in cui sia stata bollita un po' di torba.
Si fa cosi':
Prendere una manciata di torba bionda naturale (quella per il substrato) e metterla in acqua oligominerale (tipo una bottiglia di acqua Panna). Far bollire il tutto per 20 minuti. Quando e' fredda filtrare il tutto con un passino. Si ottiene una specie di "the", con pH tra 2 e 3. Si puo' diluire con acqua distillata e il pH resta ugualmente molto basso. L'ideale per le piante carnivore!
Se nonostante tutte le cure la vostra Dionaea dimostrasse segni di patimento quali l'ingiallimento di TUTTE le foglie o la loro completa colorazione nerastra (sintomi da non confondere con quelli invernali), con la conguente caduta delle stesse, non disperate:
Tiratela immediatamente fuori dal vaso, pulitela e lavatela bene sotto acqua corrente. Lasciatela poi una notte in acqua naturale oligominerale (tipo bottiglia di acqua Panna).
Tagliare via poi tutte le foglie e lasciare solo il rizoma bianco. Metterla o in torba umida (non bagnata) o in sfagno vivo.
Nota: altri interventi meno drastici potrebbero funzionare, dipende da cos'ha la dionea, ma questo in generale funziona con quasi tutto compresi alcuni avvelenamenti da fertilizzante.
Nota:
Per quanto riguarda l'uso di acqua piovana per annaffiare le piante carnivore e' importante ricordare che si corre il rischio, specialmente se si vive vicino a delle installazioni industriali, della presenza inquinante di anidride solforosa (acido solfidrico e acido solforico), cloro e quant'altro. Tutte sostanze molto dannose.
Si ricorda che ogni tipo di fertilizzante e' estremamente dannoso per tutte le piante carnivore!!!